Stimolatore Vagale

Il (VNS) è un'opzione importante per il trattamento dell'epilessia farmaco resistente . Con lo stimolo di corrente intermittente, il VNS protegge con modifiche elettrofisiologiche. Il danno dall' acido -amminobutirico (l'inibitore di un neurone GABA) è mediamente connesso con l'epilessia dove i ricevitori di GABAA potrebbero contribuire all'efficacia della terapia del VNS. Ora è stato applicata la tomografia computata del fotone emesso (SPECT) con benzodiazepine agonista corticale. Inverso è il ricevitore iomazenil che esamina prima di GABAA. Un anno dopo l'impianto, in 10 soggetti con l'epilessia parziale resistente ai farmaci hanno dato risultati positivi. Le risposte terapeutiche del VNS hanno dato un risultato significativo con la normalizzazione di GRD. Moreover, un gruppo di controllo paragonabile, previsto per un VNS, non riescono a mostrare le variazioni significative di GRD dopo 1 anno di un trattamento antiepilettico stabile. Questi risultati indicano che il VNS può modulare l'eccitabilità corticale delle zone del cervello connesse con l'epiletogenesi perchè la plasticità del ricevitore di GABAA contribuisce a questo effetto.

Lo stimolo di lunga durata del nervo vago (VNS) con la corrente elettrica intermittente è stato introdotto nel 1994 per il trattamento di epilessia. Gli studi sperimentali e clinici hanno suggerito che l'effetto antiepilettico VNS ha delle interazioni complesse.

La stimolazione del nervo vagale può curare anche la depressione, quando il paziente non risponde ad altre terapie, comincia a fare effetto dopo un minimo di tre mesi dall’inizio del trattamento . Lo sostiene uno studio preliminare condotto alla Saint Louis University in collaborazione con la Washington University School of Medicine. Lo studio pilota è stato condotto su un piccolo gruppo di pazienti depressi per un periodo di 21 mesi. Nel corso del trattamento i pazienti sono stati sottoposti regolarmente alla tomografia ad emissione di positoni (PET) la quale ha evidenziato che le modifiche dell’attività neuronale, segno del miglioramento della depressione, intervengono dai tre ai dodici mesi dopo l’inizio del trattamento.

Lo stimolatore vagale consiste nell’impianto di un micro-pacemaker a pile, posizionato sottocute in anestesia locale vicino alla clavicola sinistra, che invia benefici microimpulsi elettrici a specifiche aree del cervello sfruttando il nervo vago che transita nel collo attraverso un elettrodo per il collegamento cerebrale già presente in natura.

La sperimentazione su questa tecnica è cominciata nel 2001 e nel luglio dello scorso anno la Food and Drug Administration americana ha approvato il trattamento per i pazienti depressi che non rispondono ad altre terapie. Il processo per l’approvazione era iniziato in seguito all’osservazione che questo tipo di pacemaker, di solito usato per la cura di alcuni casi di epilessia, produceva in questi pazienti un miglioramento non soltanto del disturbo convulsivo ma anche del tono dell’umore.

Non tutti i pazienti con la depressione possono essere curati con questo stimolatore vagale, ma soltanto coloro che rispondono a criteri ben definiti e codificati dalle linee-guida internazionali, la rimozione, infatti, del micro-pacemaker non è un intervento semplice.

 

Bisogna cercare il sapere e non la conoscenza, perchè la conoscenza fà parte del passato.

 

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