Cosa potremmo vedere negli sviluppi della ricerca sull'epilessia nei prossimi anni?
Il dott. Vincenzo Marra dell'Università di Leicester è stato premiato quest'anno con una sovvenzione per il progetto di Epilepsy Research nel Regno Unito per esaminare come i cambiamenti naturali nel cervello durante un attacco possano illuminare nuovi bersagli terapeutici.
Come spiega la dott.ssa Marra: "Sono interessato a come il cervello può gestire un'enorme quantità di informazioni con pochissimo spazio per errori. Credo che capire come il cervello possa svolgere un compito così sorprendente può aiutarci a fornire terapie per ridurre il rischio di convulsioni, che si verificano quando il cervello non è in grado di mantenere la sua attività sotto controllo ".
Sulla base della sua conoscenza ed esperienza, gli abbiamo chiesto la sua opinione sugli sviluppi della ricerca sull'epilessia nei prossimi anni. Questa è stata la sua risposta:
"Molti farmaci antiepilettici tentano di ridurre le crisi epilettiche controllando l'attività cerebrale. Mentre questi farmaci possono prevenire le convulsioni per alcune persone, possono anche interferire con il normale funzionamento del cervello, che può provocare effetti collaterali che vanno da lievi a gravi.
Stiamo cercando di capire i meccanismi utilizzati dal cervello per controllare la sua attività mentre cerca di mantenere un sano equilibrio. Speriamo che i nostri apprendimenti saranno utilizzati per informare lo sviluppo di una nuova generazione di trattamenti che sfruttano le strategie proprie del cervello per regolare la sua attività.
Nei prossimi anni, man mano che aumenteremo la nostra comprensione dell'epilessia, prevediamo un aumento del numero e della varietà di terapie disponibili per le persone colpite da questa condizione che può presentarsi in molte forme diverse.
I ricercatori stanno attualmente lavorando su una serie di approcci, che vanno dalla terapia genica a regimi nutrizionali che possono funzionare insieme a trattamenti clinici. Attraverso questa ricerca speriamo di essere in grado di contribuire ai futuri regimi di trattamento identificando un nuovo obiettivo per queste terapie.