Biologo palermitano dà il via libera a terapie contro il Parkinson

29.10.2016 14:05

In passato il dott. Di Maio si è occupato di epilessia, che soltanto ora, soprattutto nella forma cronica e farmaco resistente, comincia a essere considerata una malattia neuro-degenerativa. «Nello studio precedente, è venuta fuori una sorta di conferma dell’osservazione clinica empirica su pazienti che avevano deciso autonomamente di fumare marijuana e che presentavano un miglioramento significativo nella frequenza delle crisi epilettiche. Per capire i meccanismi di efficacia dei cannabinoidi, ho tradotto questo lavoro nell’animale, inducendo l’epilessia: abbiamo osservato che, somministrando una molecola agonista dei cannabinoidi, c’era una totale remissione dell’evoluzione dell’epilessia del lobo temporale. Ma c’è un problema: queste molecole hanno una curva di risposta a campana molto stretta, con uno strettissimo range di efficacia. Al di là di questo range, i cannabinoidi potrebbero essere rispettivamente inefficaci o addirittura convulsivanti, esaltando così gli effetti della malattia. Il nostro approccio si orienta su una molecola particolare che è il cannabidiolo che sembrerebbe capace di bilanciare l’eccitabilità neuronale. Però i suoi meccanismi di azione non sono noti: stiamo cercando di capirli, perché ciò significherebbe trovare possibilità terapeutiche alternative al cannabidiolo, con minori effetti collaterali possibili indotti dal farmaco».