Stimolazione magnetica transcranica

La stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, è un trattamento non invasivo che coinvolge una bobina magnetica, tenuta sopra la testa di un paziente da un braccio meccanico, che utilizza in rapida evoluzione campi magnetici per generare deboli scariche elettriche e di eccitare i neuroni nel cervello. Si tratta di un nuovo approccio per il trattamento degli acufeni. Uso di tecniche di imaging come la risonanza magnetica funzionale e la tomografia a emissione di positroni (PET), che hanno registrato attività cerebrale nei malati di acufene. I test hanno dimostrato che le aree del cervello che elaborano le informazioni dalle orecchie sono più attivi nei malati di acufene che nelle persone senza la condizione, i ricercatori stanno cercando di vedere se l'uso di questa tecnica può alterare questa attività del cervello e se questo porterà ad un riduzione a lungo termine dei sintomi acufene. I volontari coinvolti negli studi all'inizio di questo trattamento hanno avuto dei risultati positivi con il trattamento che mostra una certa riduzione del tinnito per alcuni pazienti. Tuttavia, la riduzione dei sintomi è stato solo per brevi periodi di tempo. Prove di trattamento sono state fatte utilizzando diversi metodi di ricerca, e con risultati diversi. Al fine di migliorare il potenziale della stimolazione come trattamento per l'acufene, è necessario replicare i risultati di studi su scala più ampia e di follow-up dei volontari a lungo termine, per capire come ottimizzare gli aspetti del trattamento riguardo al posizionamento della bobina magnetica.

 Sovrastimolazione

Alcuni ricercatori finlandesi hanno individuato un nuovo percorso molecolare, coinvolto nella morte delle cellule cerebrali, che costituisce perciò un fattore importante in affezioni neurologiche quali l'Alzheimer, l'epilessia e l'ictus.

L'eccitotossicità può colpire molte zone del cervello e può essere provocata da diversi eventi, tra cui l'ischemia, le lesioni cerebrali e altre condizioni neurodegenerative. I ricercatori sanno che la distruzione delle cellule attraverso la sovrastimolazione dipende dall'ingresso di grandi quantità di calcio nelle cellule. Tuttavia, non sono ancora note le modalità con cui il calcio avvia il meccanismo di autodistruzione delle cellule.

In quest'ultimo studio gli scienziati hanno esaminato il ruolo svolto dalla proteina Rho in tale processo. La proteina Rho appartiene ad una famiglia che è in grado di influire sui segnali relativi alla degenerazione cellulare e che è anche nota per partecipare alla formazione dei tumori e alla distruzione dei neuroni nelle malattie.

I ricercatori hanno osservato che la sovrastimolazione delle cellule cerebrali provoca l'attivazione della proteina Rho insieme a livelli di distruzione delle cellule. Per contro, bloccando l'attività della proteina Rho, quest'ultima resta in uno stato di inattività e i neuroni possono sopravvivere a livelli di sovrastimolazione che risultano tossici quando la proteina Rho è attivata.

Molte persone non hanno la padronanza del loro vocabolario e del loro linguaggio.

 

Spesso le persone dicono delle cose che con la sola ragione non direbbero mai.

 

Le espressioni sono parte dei nostri desideri.

 

Gli alberi più lenti a crescere sono quelli che portano i frutti migliori.

 

Sondaggio

E' stato utile quest'articolo?

Si, molto (5)
45%

No, per niente (6)
55%

Voti totali: 11